
Q come QUI ED ORA, la consapevolezza del tempo presente.
Essere consapevoli del presente, significa essere in relazione con sé stessi, percepire le proprie emozioni, i pensieri. Il vivere “qui e ora” una delle cose più complesse da fare. Viviamo pensando spesso al passato o al futuro…Per il passato - rimuginiamo su ciò che è accaduto;
- rimpiangiamo ciò che è stato o non stato fatto, domandandosi cosa sarebbe successo se… “Se avessi saputo che…”, “Se solo avessi fatto...”.
Per il futuro spesso confondiamo sogni, progetti e obiettivi. In modo disfunzionale andiamo verso il futuro come se fosse “un luogo altro” che ci distrae delle cose non piacevoli del presente. Questo fantasticare tra passato e/o futuro lascia il presente un tempo incompiuto.
Il concetto del “qui ed ora” deriva dalla locuzione latina “Hic et nunc”; un motto che riprende il principio del carpe diem di Orazio. Purtroppo però atteggiamenti di proiezione costante provocano ansia, apprensione e insoddisfazione, al contrario rimanere in contatto con la propria esperienza presente consente di ridurre l’ansia e i pensieri negativi e di vivere con maggiore serenità quello che accade in questo momento. Ma non è semplice né automatico.
La nostra mente mente, ci distrae e vaga, ma dove va? Sfortunata-mente viene turbata dai pensieri, dalle emozioni, dal multitasking, dalla stanchezza. Ricordate che il nostro cervello è “come un qualsiasi muscolo”, va allenato costantemente a ritornare al “presente reale “ e non al “presente percepito”.
Il presente percepito non è la realtà e non è oggettivo ma è frutto dei nostri pensieri, emozioni e credenze che parlano di noi, ci forniscono informazione ma non sono oggettivi.

Osserva l’immagine.
Del passato potete avere ricordi, memorie esperienze più o meno gradevoli ma NON POTETE CAMBIARLO. Dal passato possiamo IMPARARE. Il futuro desiderato talvolta può essere ricco di sogni irrealizzabili altre di obiettivi sostenibili. Il presente raccoglie gli apprendimenti del passato e costruisce il futuro.
Ricorda sempre il futuro è oggi e lo costruisci con obiettivi sostenibili.
Per allenare la concentrazione sul qui ed ora è bene ricordare che:
1 . NOI, NON SIAMO I NOSTRI PENSIERI
I pensieri sono come nuvole vanno e vengono…Cartesio, il famoso filosofo francese del XVII secolo, sosteneva “Penso, dunque sono”. Questa frase definisce molto bene il modo in cui l’essere umano moderno definisce sé stesso, ovvero attraverso le sue idee e i suoi pensieri. Tuttavia, attualmente esistono altri punti di vista che permettono di dissentire dall’erudito e rispettabile filosofo, perché, anche se i pensieri e le idee sono potenti e importanti, non smettono di essere relativi e passeggeri. Vale a dire, se definissimo quello che siamo in base a ciò che pensiamo, allora la nostra identità poggerebbe sulle sabbie mobili.
Quello che gli altri o anche noi stessi pensiamo di noi, ad esempio, non ci definisce, sono solo concetti che non arriveranno mai ad abbracciare la nostra vera essenza. Il flusso interminabile di pensieri che costituisce il nostro dialogo interiore produce un rumore che ci impedisce di ascoltare la bellissima melodia che viene dalla nostra presenza e ci fa allontanare dal momento presente.
2. NOI, NON SIAMO LE NOSTRE EMOZIONI
Gli studi e la letteratura che riguarda lo studio delle emozioni è molto ampia ciò che è importante sapere focalizzare per lavorare sulla concentrazione sul qui ed ora è che le emozioni talvolta non sono informazioni veritiere. La nostra mente memorizza meglio e più a lungo emozioni sgradevoli ed invece cancella velocemente le emozioni piacevoli. A tal proposito le emozioni che proviamo nel qui e ora sono ricordi di emozioni provate nel passato ma nelle quali siamo rimasti imbottigliati. Altre volte abbiamo talmente imparato a sopprimere le emozioni sgradevoli che non entriamo in contatto con noi stessi. Quindi anche le emozioni come i pensieri sono informazioni fugaci, temporanei e non è detto che rappresentino la parte più profonda di noi.
Se non lo avete fatto leggete il libro di Eckhart Tolle, Il potere di adesso, che sostiene “non prendere le tue emozioni troppo sul serio. Queste sono più forti di noi solo se ci identifichiamo con esse e lasciamo che si impossessino di noi. Non ingannatevi, la vostra presenza è al di sopra delle emozioni ed è imperturbabile.”
L’elenco delle cose che non siamo non si esaurisce con i pensieri e le emozioni, infatti ci sono molte altre cose che ci disconnettono dalla presenza, come ad esempio la nostra autocritica, il fatto di identificarci con le nostre capacità (“sono intelligente” o “sono stupido”), il possesso di cose materiali (“sono ricco” o “sono povero”), i titoli o i successi (“sono direttore esecutivo”, “sono un dottore” o “sono un delinquente”).
3. NOI NON SIAMO SINGOLARMENTE TUTTE QUESTE COSE MA PENSIERI, EMOZIONI, CREDENZE E ATTEGGIAMENTI PARLANO DI NOI E CI FANNO PERDERE LA CONSAPEVOLEZZA DEL PRESENTE.
CONSAPEVOLEZZA DEL MOMENTO PRESENTE
Vivere il momento presente, per la mindfulness, significa imparare a sperimentare ciò che accade qui e ora, ascoltando e osservando ciò che ci capita in questo esatto momento, a livello fisico, emotivo, cognitivo e così via, così da esserne pienamente consapevoli.
Jon Kabat- Zinn ci dice che la consapevolezza del presente non è una tecnica ma un modo di essere. Per questo motivo un elemento chiave della mindfullness è RICORDARE DI ESSERE PRESENTI FISICAMENTE. Una delle più grandi idee del Buddha fu la mente ondeggia come un tappo di sughero in un mare in tempesta. La nostra attenzione e la nostra consapevolezza del presente sono distratti.
Provate a concentrarvi sul respiro e vedete quanti pensieri vi vengono in mente. Non fa nulla è cosi e non potete modificarlo ma allenare la mente al presente.
Come? Riflettere su questo problema chiave:
Per allenare la concentrazione sul qui ed ora è bene ricordare che:
1 . NOI, NON SIAMO I NOSTRI PENSIERI
I pensieri sono come nuvole vanno e vengono…Cartesio, il famoso filosofo francese del XVII secolo, sosteneva “Penso, dunque sono”. Questa frase definisce molto bene il modo in cui l’essere umano moderno definisce sé stesso, ovvero attraverso le sue idee e i suoi pensieri. Tuttavia, attualmente esistono altri punti di vista che permettono di dissentire dall’erudito e rispettabile filosofo, perché, anche se i pensieri e le idee sono potenti e importanti, non smettono di essere relativi e passeggeri. Vale a dire, se definissimo quello che siamo in base a ciò che pensiamo, allora la nostra identità poggerebbe sulle sabbie mobili.Quello che gli altri o anche noi stessi pensiamo di noi, ad esempio, non ci definisce, sono solo concetti che non arriveranno mai ad abbracciare la nostra vera essenza. Il flusso interminabile di pensieri che costituisce il nostro dialogo interiore produce un rumore che ci impedisce di ascoltare la bellissima melodia che viene dalla nostra presenza e ci fa allontanare dal momento presente.
2. NOI, NON SIAMO LE NOSTRE EMOZIONI
Gli studi e la letteratura che riguarda lo studio delle emozioni è molto ampia ciò che è importante sapere focalizzare per lavorare sulla concentrazione sul qui ed ora è che le emozioni talvolta non sono informazioni veritiere. La nostra mente memorizza meglio e più a lungo emozioni sgradevoli ed invece cancella velocemente le emozioni piacevoli. A tal proposito le emozioni che proviamo nel qui e ora sono ricordi di emozioni provate nel passato ma nelle quali siamo rimasti imbottigliati. Altre volte abbiamo talmente imparato a sopprimere le emozioni sgradevoli che non entriamo in contatto con noi stessi. Quindi anche le emozioni come i pensieri sono informazioni fugaci, temporanei e non è detto che rappresentino la parte più profonda di noi.Se non lo avete fatto leggete il libro di Eckhart Tolle, Il potere di adesso, che sostiene “non prendere le tue emozioni troppo sul serio. Queste sono più forti di noi solo se ci identifichiamo con esse e lasciamo che si impossessino di noi. Non ingannatevi, la vostra presenza è al di sopra delle emozioni ed è imperturbabile.”
L’elenco delle cose che non siamo non si esaurisce con i pensieri e le emozioni, infatti ci sono molte altre cose che ci disconnettono dalla presenza, come ad esempio la nostra autocritica, il fatto di identificarci con le nostre capacità (“sono intelligente” o “sono stupido”), il possesso di cose materiali (“sono ricco” o “sono povero”), i titoli o i successi (“sono direttore esecutivo”, “sono un dottore” o “sono un delinquente”).
3. NOI NON SIAMO SINGOLARMENTE TUTTE QUESTE COSE MA PENSIERI, EMOZIONI, CREDENZE E ATTEGGIAMENTI PARLANO DI NOI E CI FANNO PERDERE LA CONSAPEVOLEZZA DEL PRESENTE.
CONSAPEVOLEZZA DEL MOMENTO PRESENTE Vivere il momento presente, per la mindfulness, significa imparare a sperimentare ciò che accade qui e ora, ascoltando e osservando ciò che ci capita in questo esatto momento, a livello fisico, emotivo, cognitivo e così via, così da esserne pienamente consapevoli.Jon Kabat- Zinn ci dice che la consapevolezza del presente non è una tecnica ma un modo di essere. Per questo motivo un elemento chiave della mindfullness è RICORDARE DI ESSERE PRESENTI FISICAMENTE. Una delle più grandi idee del Buddha fu la mente ondeggia come un tappo di sughero in un mare in tempesta. La nostra attenzione e la nostra consapevolezza del presente sono distratti.
Provate a concentrarvi sul respiro e vedete quanti pensieri vi vengono in mente. Non fa nulla è cosi e non potete modificarlo ma allenare la mente al presente.
Come? Riflettere su questo problema chiave:
IN CHE TEMPO ESISTETE REALMENTE?
NOI ESISTIAMO SOLAMENTE NEL PRESENTE.
Restare nel qui ed ora è un modo per diventare consapevoli delle nuvole che passano ma restare nella consapevolezza del “cielo che sta dietro le nuvole”.
Uno specchio può riflettere molte cose ma lo specchio non è ciò che riflette.
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